Le dimissioni oggi riguardano anche i manager. Secondo Bloomberg, infatti, il numero degli amministratori delegati che negli States hanno lasciato il posto di lavoro è in costante crescita. A confermarlo anche i dati di Challenger, Gray & Christmas, società di executive coaching in base ai quali da inizio anno allo scorso settembre, sono stati più di 1.425 ceo ad abbandonare le loro poltrone. Un aumento del 47% rispetto alle 969 uscite di amministratori delegati nello stesso periodo del 2022.
I motivi della fuga vanno cercati negli eccessivi livelli di stress e di burnout, nella sempre più marcata incertezza, ma anche nel passaggio a posizioni meglio remunerate. «Qualsiasi amministratore delegato o responsabile delle risorse umane racconta che la pandemia e la risposta alla pandemia sono state una delle esperienze più stressanti, se non la più stressante, della loro vita lavorativa», ha raccontato a Bloomberg Alexander Kirss, responsabile senior Hr della società di consulenza Gartner Inc.
I settori più toccati dall’ondata dalle dimissioni dei boss sono stati quello governativo, quello no-profit, che insieme hanno registrato un totale di 353 uscite, con un aumento dell’86% rispetto alle 190 del 2022 e quello della sanità con i suoi 125 cambi al vertice, il 67% in più rispetto ai 75 annunciati nello stesso periodo dell’anno scorso.
E in Italia? Qui il fenomeno delle dimissioni volontarie, per ora, ha riguardato prevalentemente il segmento dei giovani e degli impiegati del Nord del Paese. Stiamo parlando di un piccolo esercito di 2,2 milioni di persone, che ha registrato una crescita del 30,2% sull’anno precedente. Ma si sa, da noi i trend Usa arrivano sempre con qualche mese di ritardo…Non ci resta che attendere.