TFR, fa  discutere la proposta del trasferimento automatico del 25% alla previdenza integrativa

(Immagine Freepik)

La ministra del Lavoro, Marina Calderone ha presentato una proposta che potrebbe rivoluzionare il futuro previdenziale di milioni di italiani: il trasferimento automatico del 25% del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) alla previdenza integrativa. La misura, che interesserebbe i lavoratori del settore privato, punta a incrementare le pensioni future, ma solleva interrogativi sull’effettivo beneficio per i lavoratori e sull’impatto sulle piccole e medie imprese.

Come funzionerebbe la nuova norma?

Il trasferimento automatico del 25% del TFR si applicherebbe agli accantonamenti futuri, non a quelli già maturati. I neoassunti sarebbero automaticamente inclusi nel sistema, mentre i lavoratori con contratti in essere avrebbero sei mesi per opporsi, trascorsi i quali la decisione diventerebbe irreversibile.

I benefici per i lavoratori

L’obiettivo dichiarato è quello di garantire pensioni più elevate. Tuttavia, secondo quanto ha scritto Simone Ferro, ricercatore postdoc presso il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Milano, su LaVoce.it, un’analisi dei dati rivela che l’incremento dell’assegno pensionistico potrebbe essere modesto, soprattutto per i lavoratori vicini alla pensione. Ad esempio, per un lavoratore di 56 anni con un reddito lordo annuo di 30.000 euro, l’aumento della pensione sarebbe di circa 23 euro lordi al mese. I giovani lavoratori, invece, vedrebbero un impatto maggiore, con una pensione integrativa pari al 5% della pensione pubblica.

TFR vs. pensione integrativa, le differenze

Il TFR rappresenta una fonte di liquidità immediata in caso di cessazione del rapporto di lavoro, mentre la pensione integrativa non è sempre convertibile in liquidità. Questa differenza, secondo gli esperti, potrebbe spiegare perché molti lavoratori preferiscono mantenere il TFR.

L’impatto sulle imprese

La proposta Calderone potrebbe avere un impatto significativo sulle PMI, che utilizzano il TFR come fonte di liquidità. Il trasferimento automatico del 25% del TFR ai fondi pensione ridurrebbe questa disponibilità, con un possibile impatto negativo sull’economia.

Le critiche alla proposta

La proposta della ministra Calderone è stata accolta con scetticismo da alcuni esperti, che la considerano una mossa paternalistica volta a “spingere” i lavoratori verso la previdenza integrativa. Inoltre, si teme che la misura possa favorire i fondi pensione a scapito dei lavoratori e delle PMI. L’obiettivo di pensioni più elevate è condivisibile, ma è fondamentale valutare attentamente l’impatto della misura sui lavoratori e sulle imprese, garantendo trasparenza e libertà di scelta.

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