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La maggior parte delle imprese europee (54%) ha difficoltà a trovare dipendenti con le giuste competenze, in particolare per quanto riguarda le occupazioni più qualificate, come manager e professionisti. A evidenziarlo con fermezza è l’ultimo rapporto Ocse in base al quale negli ultimi dieci anni i lavori altamente qualificati hanno gradualmente sostituito quelli mediamente qualificati, portando alla situazione attuale in cui la maggioranza degli occupati è impiegata in lavori di questo tipo in più della metà (55%) delle regioni Ocse.
La situazione in Italia
In questo quadro il nostro Paese si distingue per un basso numero di laureati rispetto a quello di altri Paesi europei, basti dire che nella classe d’età tra 25 e 34 anni i giovani laureati italiani sono solo 31% contro il 43% della media europea. Pochi, ma comunque troppi per le necessità del nostro sistema produttivo; abbiamo infatti, al tempo stesso, il tasso di occupazione dei laureati più basso d’Europa (Ocse 2023) e una quota di laureati sovra-qualificati tra le più alte dell’Eu (Eurostat 2023).
La compresenza dei tre fattori – pochi laureati, bassi tassi di occupazione e alti tassi di sovra-qualificazione – evidenzia ancora una volta il gap tra la domanda e l’offerta di lavoro: i giovani sono sì laureati, ma non hanno le competenze necessarie al sistema produttivo nazionale, sanno fare cose diverse da quelle che servirebbero alla produzione di beni e servizi, perciò il mercato del lavoro non li assume o li mette a fare qualcosa che si può fare anche senza laurea. E per colmare il divario la strada sembra essere ancora lunga.