Una recente ricerca condotta da Coinnect, startup svizzera che sviluppa soluzioni di cyber insurtech, afferma che il ransomware è il primo sinistro informatico e la specifica tipologia dell’attacco a doppia estorsione è la forma più diffusa e a maggior tasso di crescita. Gli attacchi ransomware sono quelli che si basano sulla criptazione dei dati di un’azienda e la richiesta di pagamento di un riscatto in cambio della chiave di decrittazione.
Nel caso del double extortion la minaccia dei cybercriminali non si limita alla crittazione dei dati, ma anche alla loro diffusione pubblica. Operazione, quest’ultima, che moltiplica il potenziale danno per le imprese che ne sono vittima con conseguenze in termini di danno finanziario e alla reputazione decisamente importanti.
Stando ai dati diffusi dalla ricerca, negli ultimi due anni (2021-22), la maggior parte degli attacchi double extortion ha colpito soprattutto organizzazioni con meno di 1.000 dipendenti che operano soprattutto nei settori dei beni di consumo (28,1% degli attacchi), beni industriali (25,08%), health (7,4%).
La soluzione tech
Al momento solo il 5-10% delle Pmi ha una polizza contro gli incidenti informatici, questo significa che il mercato delle cyber assicurazioni ha ancora grandi potenzialità di crescita. Anche se, come ha affermato l’anno scorso Mario Greco, numero uno di Zurich, in un’intervista al Financial Times, oggi i cyberattacchi sono così diffusi da tendere verso la “non assicurabilità”.
Ma, secondo la ricerca di Coinnect, pubblicata su InsuranceUp, inserendo nelle polizze delle tecnologie di monitoraggio e difesa, per le Compagnie è possibile rendere più sostenibile il business della cyber polizza e cavalcare le sue potenzialità in un mercato ancora largamente inesplorato.