CLASSE MEDIA DIMENTICATA

«Un Paese senza una classe media rappresentata politicamente non ha futuro», avverte Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali (di cui Fidia è partner), in un articolo del blog Il Punto.
Ma l’Italia pare non essersene ancora accorta. La piccola e media borghesia, quella formata da cittadini con redditi superiori ai 35 mila euro, è infatti la parte sana del paese, quella più produttiva che genera posti di lavoro, che si reinventa e che ha consentito al Paese di diventare la seconda manifattura d’Europa. Ma è anche la fetta di società che negli ultimi 20 anni si è molto ridotta, lasciando spazio all’esercito dei poveri. Un sbilanciamento che negli ultimi 15 anni ha fatto lievitare la spesa assistenziale a carico della fiscalità generale, balzata da 73 a 145 miliardi con i poveri assoluti passati da 2,1 milioni a 5,6 milioni (da 6 a 8,5 quelli in povertà relativa). 

Il 60% della popolazione paga meno del 10% di Irpef

Chi paga?  Oggi nel nostro Paese la classe media conta 5 milioni di persone che da soli versano il 60% dell’ l’IRPEF complessiva. «Il problema è che in Italia secondo le ultime dichiarazioni dei redditi, il 60% della popolazione paga meno del 10% di IRPEF e quasi nulla delle altre imposte, salvo poca IVA (al Nord l’IVA media pro capite è intorno a 2.900 euro l’anno, al Sud è circa 600 euro: consumano 5 volte meno?), e delle accise. Per garantire a questa maggioranza di cittadini la sola sanità, che da noi – non lo dice nessun politico – è gratis, occorre che qualche altro contribuente, quello con un reddito sopra i 35mila euro, appunto, versi 58 miliardi l’anno quale differenza tra l’IRPEF pagata e il costo medio pro capite della sanità (2-070 euro nel 2021); il resto per questi cittadini è tutto gratis: scuola, servizi sociali, viabilità ecc. Ma non troverete un politico che abbia il coraggio di dire questa scomoda verità», scrive ancora Brambilla.

La politica ha dimenticato la classe media

Ma, pur sostenendo il peso del nostro welfare, la classe media è spesso penalizzata da provvedimenti iniqui, come quello sulla rivalutazione pensionistica, o esclusi da bonus e agevolazioni e dimenticati dalla classe politica. Peccato che penalizzare la classe media del Paese significhi penalizzarne la nostra economia e il nostro sviluppo. «E quando non il nostro Paese non riuscirà più a distribuire bonus e pagare il debito, che succederà? Prenderanno soldi e case dalla classe media?», si domanda ancora Brambilla.   

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