TASSI & INFLAZIONE. LE MOSSE DELLA BCE

Nonostante il fallimento di alcune Banche Usa e lo scossone causato dalla crisi di Credit Suisse, La Bce ha varato un ulteriore rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base, portando Il tasso sui depositi al 3%, e quelli di rifinanziamento principale e marginale rispettivamente al 3,5% e al 3,75%. L’obiettivo è sempre quello di far fronte all’inflazione destinata a restare alta ancora per tempo.  «L’elevato livello di incertezza accresce l’importanza di un approccio fondato sui dati per le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento, che saranno determinate dalle sue valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, dalla dinamica dell’inflazione di fondo e dall’intensità di trasmissione della politica monetaria», ha spiegato Christine Lagarde , Presidente della Bce e ha rassicurato sul fatto che la Banca centrale europea «dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro, qualora ve ne sia l’esigenza, e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria». Sottolineando, poi, che il sistema bancario è solido e meglio preparato rispetto al 2008, anno in cui la crisi di solvibilità e liquidità bancaria, partita negli Stati Uniti, contagiò il Vecchio continente.

Obiettivo inflazione 2% entro 2025

Resta da chiedersi se questi rialzi dei tassi di interesse potranno davvero impattare positivamente sull’andamento dell’inflazione. «L’area euro ha avuto un momento di stagnazione nel 4° trimestre 2022», ha spiegato Lagarde. «La domanda però è scesa e l’inflazione è calata del 3%. L’economia è pronta a riprendersi, così come la produzione industriale e la fiducia. I salari che salgono e il calo dei prezzi energetici potrebbero aiutare il potere d’acquisto e ciò aiuterà i consumi. Il mercato del lavoro rimane forte, disoccupazione ai minimi storici. Le misure dei governi in favore delle famiglie dovrebbero essere temporanee e mirate per consumare meno energia. Quelle che non rispettano questi principi potrebbero aumentare le pressioni inflazionistiche». E ha poi evidenziato che uno degli obiettivi primari della Bce resta quello di riportare l’inflazione al 2% entro la seconda metà del 2025. 

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