Quante volte abbiamo letto o sentito dell’importanza di saper fare networking per gestire al meglio la nostra carriera? Tantissime, eppure il concetto che abbiamo ancora di questo esercizio è decisamente riduttivo e anche un po’ opportunista. Quando pensiamo al networking, infatti, ci vengono in mente una serie di azioni come: partecipare a eventi e incontri per conoscere altre persone che lavorano nello stesso nostro settore o che possono esserci utili per il nostro business. Insomma costruire e mantenere una rete di contatti che può aiutarci a trovare nuove opportunità di lavoro, nuovi clienti e nuovi collaboratori. Ma in realtà è qualcosa che va ben oltre a tutto questo.
Una nuova prospettiva
Come hanno bene evidenziato le ricercatrici Tiziana Casciaro, Francesca Gino e Maryam Kouchaki, le persone più brave a intessere nuovi contatti, a creare relazioni professionali sane e costruttive, sono quelle che credono di avere qualcosa da offrire agli altri.
Quindi contatto gli altri non per ottenere favori o segnalazioni, ma per offrire consigli, risorse, altri contatti, o semplicemente tempo per ascoltarli. Da questa prospettiva il networking si trasforma in un’attività eticamente rigogliosa, oltre che decisamente più piacevole.
«Come dicono i sociologi, il mattone fondamentale delle relazioni sociali è la reciprocità. Se iniziamo uno scambio sociale domandandoci “cosa potrei fare per lei/lui?” imbastiamo reti più ricche e affidabili, e nel lungo periodo tendiamo a trarre maggior beneficio per noi», scrive Giulio Xhaet su Changes, il blog di Unipol assicurazioni. Fondamentale però sarà indirizzare i nostri sforzi relazionali verso persone che se lo meritano.