La crisi in Medio Oriente rischia di pesare sul portafoglio degli Italiani che nei prossimi mesi potrebbero ritrovarsi nuovamente alle prese con il caro bollette e carburante. A dirlo è il quotidiano Il Sole24 Ore, secondo il quale il recente attacco di Hamas a Israele ha messo in moto una macchina che potrebbe portare a conseguenze economiche molto simili a quelle scatenate dall’invasione russa in Ucraina di inizio 2022.
La delicata situazione medio-orientale, infatti, «rischia di far esplodere altre problematiche, mi riferisco a quella dell’energia, come accaduto per la guerra della Russia in Ucraina, per l’approvvigionamento di gas e petrolio», ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made In Italy, durante un’intervista in Rai . Per il presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) ed ex ministro Renato Brunetta c’è invece il rischio che si verifichino persino squilibri energetici peggiori di quelli derivati dal conflitto russo-ucraino.
La reazione del mercato
I prezzi del petrolio, infatti, hanno subito reagito agli scontri tra Israele e Hamas, come dimostrano le quotazioni dei principali indici di riferimento del petrolio – Brent e Wti – che sono saliti di oltre il 4% nell’ultimo periodo, mentre l’indice Ttf della Borsa di Amsterdam per il gas ha chiuso in aumento di oltre il 12%. Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente hanno così interrotto le tendenze al ribasso, proprio quando stavano per influenzare positivamente i costi di benzina e diesel.
Riflettori accesi sull’autonomia energetica Ue
Le nuove difficoltà potrebbero riportare al centro del dibattito politico la discussione sull’autonomia energetica europea. «Da quei paesi giungono altre risorse all’ Europa. Dobbiamo capire e comprendere anche se dobbiamo pensare all’autonomia strategica del nostro continente per l’approvvigionamento energetico ma non solo». Ha aggiunto Urso