INCLUSIONE: TUTTI LA DICHIARANO, POCHI LA FANNO

(Immagine di freepik)

La parola inclusione è tra le più gettonate dalle imprese, ma sono ben poche quelle che davvero hanno avviato programmi efficaci per raggiungere l’ambizioso obiettivo. Prova ne è che l’Italia risulta essere terzultima tra i Paesi europei nell’EY European DEI Index, realizzato da EY in collaborazione con FT-Longitude, che ha raccolto l’opinione di 900 manager (dirigenti e C-suite) e 900 dipendenti provenienti da 9 Paesi europei.

Il 47% ha subìto discriminazione sul lavoro

In Italia solo 2 persone su 5 dichiarano di poter essere sé stesse e sentirsi accettate sul lavoro. Nonostante la metà di loro (55%) giudichi “buono” l’impegno dell’azienda per la creazione di un clima di fiducia e trasparenza, quindi, qualcosa non sta funzionando. Dall’indagine infatti risulta che il 47% delle persone – rispetto il 36% dei colleghi europei – ha subìto episodi di discriminazione sul luogo di lavoro, ma solo poco più della metà (il 60%) afferma di averli segnalati.

Pochi investimenti e formazione

Due i fattori che penalizzano il nostro Paese rispetto al resto dell’Ue: la mancanza di un approccio strategico di ampio respiro e il tempo.  «Da noi, infatti, le attività di sensibilizzazione sono iniziate da poco, ma sono convinto che senza una vera trasformazione della cultura aziendale sia impossibile ottenere davvero dei progressi concreti», ha commentato sulle pagine del Sole24ore Massimo Antonelli, ceo EY Italy e chief operating officer EY Europe West. «Lo conferma la survey con il 22% dei manager che lo identificano proprio come principale ostacolo al miglioramento».  Ma c’è anche un altro fattore che ostacola l’inclusione nelle nostre organizzazioni, ed è quello culturale.  In base alla ricerca, infatti, solo il 20% dei manager italiani – contro il 33% europeo – ha erogato una formazione specifica sul tema ai responsabili del recruiting. E poi ci sono i bassi investimenti in questa direzione. l’Italia, infatti, è tra i Paesi con la spesa più bassa per quanto riguarda le iniziative di diversità, equità ed inclusione, con 3,99 milioni di euro contro i 5,75 della Spagna.

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