(Foto Freepik)
In tempi in cui le interruzioni di carriera sono all’ordine del giorno prendersi un gap year o per dirla in italiano un anno sabbatico, potrebbe essere la scelta giusta per gestire al meglio questo delicato passaggio. Una tendenza che si sta diffondendo in tutto il mondo anche tra gli over50 con il nome di golden gap year. Non una vacanza, sia ben chiaro, ma una pausa per concentrarsi su sé stessi e rimettersi in gioco nel mondo del lavoro.
Dodici mesi durante i quali focalizzarsi sui propri obiettivi, capire le proprie priorità e potenzialità, individuare nuovi percorsi professionali, colmare i propri gap formativi per adeguare le competenze alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
«L’ adult career break è una tendenza in crescita», ha commentato in un articolo Silvia Movio, Director di Hunters, società che fa parte di Hunters Group, organizzazione specializzata in ricerca di personale qualificato. «A differenza del break lavorativo per i più giovani – una scelta adottata comunemente per dedicarsi ad altri obiettivi personali, come viaggi, studio, volontariato o semplicemente per recuperare energie – le ragioni principali per le persone più adulte includono il burnout lavorativo, la necessità e la ricerca di nuovi stimoli o di un reset personale».
E qualcosa in questo senso sta cambiando anche in Italia, seppur lentamente. Da noi, infatti, le persone sono più restie a prendersi un anno sabbatico, una decisione importante su cui incidono diversi fattori come: «Vincoli economici, il timore di perdere opportunità lavorative e una cultura lavorativa che spesso non favorisce lunghe pause dall’ufficio», ha aggiunto Movio.
Un modo per rimettersi in gioco
Ma per coloro che, per motivi diversi, stanno vivendo una interruzione di carriera, l’idea non è da scartare anche perché «Prendere un anno sabbatico può essere un modo efficace per reinventarsi in un nuovo ambito. Questo periodo può essere utilizzato per acquisire nuove competenze o aggiornare quelle esistenti, seguendo per esempio corsi di formazione professionale, master o workshop», ha detto Movio. «Ciò consente di prepararsi a intraprendere una carriera in un settore diverso o migliorare la propria posizione nel posto di lavoro dove si è impiegati. Inoltre, l’anno sabbatico può offrire l’opportunità di sviluppare soft skills come leadership, gestione del tempo e networking attraverso nuove esperienze».
Pianificare le spese
Certo prendersi una pausa di 12 mesi indubbiamente impatta sul bilancio personale/famigliare, soprattutto se non viene pianificata in modo adeguato. Diverse sono le uscite da prendere in considerazione, non solo quelle relative al mantenimento quotidiano in assenza di un reddito fisso, ma anche quelle, per esempio, legate al pagamento di un mutuo o di un finanziamento. Dunque una scelta accessibile per chi può permetterselo economicamente, ma esistono soluzioni anche per gli altri che potrebbero dedicare questo tempo a lavori temporanei o precari in modo di avere una fonte di reddito, magari in settori diversi rispetto a quello dove si è lavorato fino a quel momento così da testare nuovi ambienti di lavoro e nuove possibilità di carriera.