(Fotografia Freepik)
La consapevolezza di sé sembra essere diventata l’ultima (in ordine di tempo) parola d’ordine del management, e per una buona ragione.
Stando a quanto dicono gli esperti, infatti, quando vediamo noi stessi con chiarezza, siamo più sicuri e più creativi. Prendiamo decisioni più agevolmente, costruiamo relazioni più solide e comunichiamo in modo più efficace. E siamo leader più efficaci, con dipendenti più soddisfatti e aziende più redditizie.
Ma quante sono le persone con la giusta dose di consapevolezza di sé? Poche. In base a una ricerca condotta da Tasha Eurich, psicologa, ricercatrice, coach e autrice del New York Times, in collaborazione con il suo team, solo il 10-15% delle persone analizzate risponde effettivamente a questi criteri. Dunque la maggior parte di noi pensa di essere consapevole delle proprie capacità, competenze ma in effetti non lo è perché questa è una qualità difficile da maturare.
Esperienza e potere ostacolano la consapevolezza di sé
Lo studio ha anche fatto chiarezza su alcune convinzioni diffuse scoprendo che, contrariamente a quanto si creda, l’esperienza può portare a un falso senso di fiducia nelle nostre prestazioni e può anche renderci troppo sicuri del nostro livello di autoconoscenza. Tanto che, in base a un’altra ricerca, i manager con maggiore esperienza sono meno accurati nel valutare la loro efficacia di leadership rispetto ai manager con minore esperienza.
Allo stesso modo, più un leader ha potere, più è probabile che sopravvaluti le proprie competenze e capacità. Un’analisi condotta su oltre 3.600 manager di diversi ruoli e settori ha rilevato che, rispetto ai leader di livello inferiore, quelli di livello superiore sopravvalutano in modo più significativo le proprie capacità (rispetto alla percezione degli altri).
Fare tesoro dei feedback aiuta
Ciò che aiuta a sviluppare maggiormente la consapevolezza di sé è il feedback e soprattutto fare tesoro di esso. Un’analisi ha dimostrato che i leader di maggior successo sono quelli che cercano spesso un riscontro critico costruttivo (da parte di capi, colleghi, dipendenti, consiglio di amministrazione e così via). In questo modo diventano più consapevoli di sé e vengono considerati più efficaci dagli altri. Altrettanto efficace è iniziare a chiedersi cosa possiamo fare per lavorare meglio. Perché c’è sempre qualcosa da imparare. A qualsiasi età.