Il 79% dei Chief Executive Officer è fiducioso nelle prospettive delle proprie aziende per il 2023. A dirlo è stata l’indagine Ceo Outlook 2023: Caution, Optimism, and Navigating the Road Ahead, che Boston Consulting Group (Bcg) ha condotto coinvolgendo 759 dirigenti a livello globale provenienti da diversi settori.
«L’incertezza economica non può che essere al centro delle riflessioni dei Ceo di tutto il mondo», ha detto ai media Giuseppe Farinacci, Partner and Director di Bcg. «Ma molti leader, proprio in questi momenti, restano concentrati sulla salute e la crescita della propria azienda, puntando a investimenti in aree chiave per l’innovazione come AI, sostenibilità e talenti, per rimanere competitivi ed essere pronti ad affrontare altri shock sistemici che potrebbero verificarsi in futuro». Secondo la società di consulenza internazionale, la strategia per garantire resilienza e crescita all’impresa deve puntare al lavoro di breve termine, senza perdere di vista le ambizioni a lungo termine.
Le priorità per i Ceo europei
Riguardo alle prestazioni che la loro azienda registrerà nel corso del 2023 i Ceo europei sono ottimisti, ma meno fiduciosi rispetto ai colleghi global: solo il 72% è convinto della strada da percorrere, rispetto all’83% di quelli statunitensi e al 79% di quelli asiatici.
La gestione dei costi è tra le loro priorità: il 58% prevede di riprogettare i processi o modelli operativi delle proprie aziende, rispetto al 51% dei Ceo in Nord America e in Asia.
In Europa il clima e la sostenibilità sono le aree in cui verranno indirizzati investimenti significativi, come è stato dichiarato dal 55% dei Ceo europei rispetto al 41% in Nord America e al 45% in Asia. I leader del Vecchio continente sono stati anche l’unico gruppo a selezionare gli impegni in materia di clima e sostenibilità come principali opportunità per il 2023, mentre digitale, tech e intelligenza artificiale sono stati la prima scelta dei colleghi in Nord America e Asia.
I licenziamenti non sono il focus
Solo il 7% dei manager europei ha identificato i processi di licenziamento come prioritari, contro il 12% dei Ceo Usa. Ma allo stesso tempo l’Europa è l’area in cui si investe meno per trasformazione e crescita aziendali: il 20% dei Ceo, infatti, ha dichiarato di non voler intraprendere alcuna azione in merito. I più interessati a investire in azioni di sviluppo sono i manager asiatici con quasi il 10% delle aziende che ha già intrapreso operazioni orientate alla crescita.
A livello globale le priorità è la riduzione dei costi: il 72% dei dirigenti ha infatti dichiarato di essere al lavoro su questo fronte con l’obiettivo di migliorare l’efficienza dei processi. Target che implica anche investimenti nell’aggiornamento delle competenze del personale, quindi in formazione.