Le Compagnie assicurative credono negli investimenti sostenibili. A dirlo è il Quaderno di Approfondimento ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, alla cui ultima edizione hanno partecipato 21 tra imprese e gruppi assicurativi, per un totale investimenti, al 31 dicembre 2021, di 300 miliardi di euro circa, il 42% del totale, pari a 715 miliardi, della classe C (rami Vita, esclusi i prodotti linked, e rami Danni). Dei 300 miliardi oltre la metà viene investita seguendo politiche SRI. E, tra gli investitori istituzionali sono proprio le Compagnie di Assicurazione i soggetti con la maggior incidenza percentuale rispetto all’adozione di una politica SRI, implementata da 17 imprese su 21.
Fondi comuni i preferiti
Tra i prodotti acquistati direttamente dalle Compagnie di Assicurazione al primo posto, anche per quest’anno, i fondi comuni tradizionali (73%) che, per il solo settore Vita, nel 2021 è arrivato ad avere un’incidenza percentuale sull’intera asset allocation di circa il 15%. Seguono i titoli di debito, scelti da 10 delle 17 Compagnie che acquistano direttamente prodotti connotati da criteri ESG (67%), le infrastrutture e le azioni, entrambe con il 53% di preferenze.
Lo studio condotto da Itinerari Previdenziali ha fatto poi un focus sugli investimenti detenuti in portafoglio che rispondono agli Articoli 8 o 9 della normativa SFDR, rispetto alla quale emergono tendenze complementari: da un lato, la lieve diminuzione dell’incidenza di fondi Art.8 e Art.9 non di diritto italiano dal 75% al 65% e, dall’altro, l’incremento di fondi Artt. 8 e 9 di diritto italiano, passati dallo 0% al 10%, e quelli solo art.8 cresciuti dal 13% al 15%. Anche per via della forte propensione all’acquisto diretto, molte Compagnie hanno poi optato per attrezzarsi e predisporre al proprio interno figure con un know how adeguato alle tematiche ESG. Sono infatti oltre la metà quelle dotate di una figura se non addirittura di un intero team dedicato. Inoltre, tra chi è attualmente privo di una expertise interna su questi temi il 55% tende a usufruire di un supporto esterno. Valori che si discostano peraltro in modo significativo da quelli rilevati per l’intero panorama istituzionale: in questo caso, la percentuale aggregata di chi è dotato di figure interne è solo del 22%.
Un volano per le gestioni separate
Sulla base di questa attenzione agli investimenti sostenibili le gestioni separate hanno la possibilità di beneficiare di un ulteriore volano. Infatti, oltre allo storico ruolo rivestito dai fondi comuni, più o meno dedicati ad aspetti di sostenibilità, possono aggiungersi anche investimenti diretti in ambiti come corporate bond, equity e debt, soprattutto di natura infrastrutturale. A riprova si consideri che, come emerge dal Quaderno, i settori che secondo le imprese assicuratrici rispondenti beneficeranno di maggiori investimenti nel prossimo futuro si confermano le energie rinnovabili, indicate da ben 16 Compagnie rispondenti e, a seguire, le infrastrutture sanitarie con 9 preferenze.