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L’AI è al centro delle priorità aziendali per migliorare la produttività. A dirlo una ricerca condotta dalla società di consulenza internazionale Boston Consulting Group (Bcg) su un campione di oltre 1.800 dirigenti e C-level che operano in 19 mercati e 12 settori. In base al report nel 2025 un’azienda su tre, a livello mondiale, ha intenzione di investire oltre 25 milioni di dollari in intelligenza artificiale.
Si stima che da qui al 2027 gli investimenti in nuove tecnologie aumentino del 60%. Nel nostro Paese, invece, l’83% delle aziende prevede di spendere fino a 25 milioni di dollari in AI, il 12% tra 26 e 50 milioni, il 3% tra 51 e 100 milioni e il 2% oltre 100 milioni.
«Dal confronto con i leader a livello globale emerge chiaramente come l’AI sia al centro delle priorità per migliorare la produttività», ha detto ai media il Ceo di Bcg, Christoph Schweizer. «La nostra analisi mette in luce una sfida fondamentale: sebbene il 75% dei dirigenti consideri l’AI tra le tre principali priorità strategiche, solo il 25% riesce a generare un valore significativo dalle proprie iniziative in questo ambito. I leader nell’adozione dell’AI hanno trovato la chiave del successo concentrandosi su un numero selezionato di progetti strategici, scalando rapidamente le soluzioni, trasformando i processi chiave, formando le proprie squadre e monitorando rigorosamente i risultati operativi e finanziari».
Un aiuto per i lavoratori
Dunque l’AI non rappresenta una minaccia per il lavoro se viene introdotta con impegno e criterio. Tanto che il 64% dei dirigenti messi a campione – e il 62% di quelli italiani intervistati – prevede di mantenere le dimensioni del proprio personale. L’idea è che l’intelligenza artificiale affianchi gli esseri umani, soltanto il 7% delle aziende (3% in Italia), stima una riduzione della forza lavoro a causa dell’automazione di alcuni compiti che oggi svolgono i dipendenti.
Altro dato importante emerso dalla ricerca di Bcg riguarda il rapporto nuove tecnologie/ formazione: in Italia l’83% delle aziende hadifficoltà a reclutare talentispecializzati in AI e a potenziare le competenze della forza lavoro esistente. Percentuale che a livello globale si attesta al 72%.