PIU’ INTELLIGENZA EMOTIVA PER GESTIRE QUELLA ARTIFICIALE

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In un mondo sempre più governato da algoritmi saper gestire lo sviluppo di nuove tecnologie in modo consapevole è fondamentale. Proprio per questo è importante incrementare l’Intelligenza Emotiva, ovvero la capacità di ognuno di noi di comprendere, utilizzare e gestire le emozioni in modi positivi per alleviare lo stress, comunicare con efficacia, entrare in empatia con gli altri, superare le sfide e disinnescare i conflitti. «Ci sono almeno due aspetti che collegano l’IE e l’IA.  Il primo è legato alla gestione dell’Intelligenza artificiale. Il secondo, invece, al suo nutrimento ed educazione», ha spiegato Lorenzo Fariselli, direttore di Six Second Europa, il più grande network di intelligenza emotiva al mondo. «Per quanto riguarda il primo punto è importante che l’innovazione tecnologica vada di pari passo con l’evoluzione umana, questo vale sia per coloro che hanno il compito di programmare le macchine di nuova generazione sia per chi le utilizza. A uno stadio di innovazione tecnologica evoluto deve corrispondere un alto livello di formazione umana se si vogliono evitare problemi di carattere sociale e non solo. Per gestire l’IA e non essere fagocitati dal sistema che stiamo creando, dobbiamo prima di tutto evolvere come uomini. E in questo l’intelligenza emotiva può aiutare molto».

Così anche sul fronte del nutrimento e dell’educazione dell’IA. «L’intelligenza artificiale, al momento, per essere attivata deve ricevere dati, concetti e idee che poi vengono rielaborati» prosegue Fariselli. «Per capire l’importanza dell’evoluzione dell’intelligenza emozionale per lo sviluppo dell’IA basti dire che se oggi chiediamo all’ Intelligenza artificiale di creare l’immagine di un leader aziendale viene elaborata la figura di un leone con la cravatta. Ciò perché l’IA prende come fonte i nostri bias. Solo attraverso una sua personale evoluzione l’uomo può, dunque, aiutare AI a maturare meglio.

Come sviluppare L’IE in azienda

Già, ma come sviluppare l’intelligenza emotiva in azienda? Attraverso percorsi di training coaching o mentoring che mirino allo sviluppo delle competenze emotive relazionali. «Percorsi che vanno verticalizzati su obiettivi e bisogni organizzativi specifici come la gestione delle persone o del cambiamento, lo sviluppo di creatività, di innovazione», afferma Fariselli. «L’intelligenza emotiva, infatti, è una competenza che può essere collegata ai vari bisogni organizzativi». 

Ma esistono anche percorsi di certificazione personale di metodi e modelli di intelligenza emotiva per sponsor interni all’organizzazione. «In questo caso l’azienda deve individuare delle persone interne che possono essere dirigenti o manager Hr riconosciuti come esperti interni di Intelligenza Emotiva. Loro poi si occuperanno di misurarla attraverso appositi assessment che stabiliscono eventuali aspetti da migliorare e di seguito analizzino il loro trend», conclude Fariselli

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