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Alzi la mano chi non si è mai pentito di non avere richiesto un aumento di stipendio nel momento giusto o di essere stato per troppo tempo in una posizione poco stimolante, piuttosto che di aver occupato troppo a lungo la stessa posizione.
I rimpianti legati al lavoro sono molto più comuni di quanto si possa immaginare. A confermarlo nero su bianco con tanto di numeri è stata l’indagine di Resume Now che ha coinvolto 1.000 lavoratori di Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania. Dallo studio è emerso, infatti, che il 66% delle persone ha rimpianti legati alla carriera. I principali? Non aver chiesto un aumento di stipendio (60%), non aver dato priorità all’equilibrio tra lavoro e vita privata (59%), aver mantenuto un lavoro troppo a lungo (58%), non aver negoziato lo stipendio al momento dell’assunzione (58%), non aver conseguito una laurea (53%), non aver chiesto una promozione (51%) e non aver cambiato completamente carriera (44%). Solo il 34% delle persone coinvolte nella ricerca ha dichiarato di non avere rimpianti.
Il coraggio di dimettersi
Non mancano poi alcune curiosità, per esempio sono più numerose le persone che si pentono di aver mantenuto un lavoro (58%) rispetto a quelle che lo hanno abbandonato (38%).
Interessante sapere, inoltre che i rimpianti per la carriera raggiungono il picco a metà percorso, con i Millennial (70%) e i Gen X (69%) che hanno il maggior numero di rimpianti in generale. Dalla ricerca emerge anche che la metà delle persone rimpiange di aver intrapreso la carriera che ha scelto.
L’azione premia
In base allo studio i principali pentimenti per la carriera si concentrano sull’inazione, come non chiedere un aumento o non parlare in una riunione. Per la maggior parte dei partecipanti, i rimpianti associati alle azioni intraprese sono stati meno numerosi.